Trattandosi di un romanzo d’esordio, già questo è un fatto abbastanza inconsueto, se poi consideriamo che L’Acchiapparatti può essere a pieno titolo considerato un romanzo fantasy, allora la sua avventura editoriale comincia ad assumere contorni straordinari. Ma quali sono le ragioni di questo successo annunciato? Sicuramente una trama avvincente, tanto insolita quanto indimenticabile, che trascende i canoni del genere e in cui convivono spunti gotici, psicologici e fantastici, suspense e orrore, tenerezza e ilarità. Elementi che vengono messi in ulteriore risalto da personaggi curiosi e improbabili, decisamente fuori dagli schemi dello stereotipo fantasy. Ci troviamo nel cupo Medioevo delle Terre di Confine, dove la criminalità non dà tregua e la vita scorre tra miseria ed espedienti. Ne sa qualcosa l’iroso e scostante Ghescik della città di Tiros, un becchino gobbo e deforme appassionato di magia e scritture antiche. Ansioso di scoprire i segreti occulti nascosti all’interno dell’antica torre dove un tempo dimorava lo stregone Ar-Gular, Ghescik entra in possesso di un antico ciondolo e di un manoscritto misterioso redatto in una lingua sconosciuta. Per nulla demoralizzato dalla difficoltà dell’impresa, Ghescik di rivolge al suo unico amico Zaccaria, un povero mentecatto emarginato da tutti, apparentemente incapace di seguire un ragionamento logico e fiero del suo mestiere di acchiaparatti. Grazie alla straordinaria abilità di Zaccaria nella traduzione di antichi linguaggi, Ghescik entra in contatto mentale con il Boia di Giloc, detto il Mietitore, un essere mostruoso che vive da più di quattrocento anni rinchiuso nelle segrete della città. Almeno fino a quando non decide di fuggire seminando morte per tutte le Terre di Confine. A caccia del Mietitore o in fuga da esso, in compagnia di una prostituta, di un cacciatore di taglie sfigurato e di un gigante incapace di comunicare se non attraverso proverbi, Ghescik e Zaccaria dovranno trovare un modo per sciogliere l’incantesimo che tiene in vita la creatura sanguinaria, riuscendo al contempo a salvare
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