mercoledì 20 ottobre 2010

Letto per voi. Memorie di una cagna

Indomita e appassionata, dotata di quella bellezza che solo a un personaggio avvolto dal mito e dalla storia può appartenere, Elena è una donna in cerca della felicità. Scandito da una scrittura lirica e musicale, che si armonizza perfettamente col personaggio di Elena di Troia, ma che ci stupisce notevolmente per la giovane età dell’autrice, Memorie di una cagna è un libro che seduce, intriga e lascia il lettore con lo struggente desiderio di andare ancora più a fondo di un personaggio assunto, nell'immaginario europeo, a icona dell' eterno femminino. Figura tragica e struggente dall’incolpevole bellezza, figlia di Leda, la “donna dai capelli filati nell’oro” ma incapace di essere madre; sorella dei gemelli Castore e Polluce che vivono in un mondo del quale si sentono i soli privilegiati abitanti e di Clitemnestra, magra e seria, dagli occhi affilati come lame e nata per regnare, Elena è una bambina sola.
Circondata dall’invidia e dalla paura, inconsapevole di un fascino che innescherà una catena di infelicità e di rovine, ma capace di trascendere il tempo, Elena cresce e vive alla ricerca dell’amore totale, definitivo, autentico. Un sentimento puro e prepotente per il quale è disposta ad abbandonare tutto rischiando di perdere anche se stessa. Io sono di pietra. Così Elena decide di difendersi dalla violenza di Clitemnestra. Io sono di pietra. Così, dopo il rapimento per mano dell’ateniese Teseo nelle notti costellate da incubi. Io sono di pietra, dirà ancora, quando un’epidemia decimerà la corte di Sparta e ucciderà impietosa il suo primo amore senza nome. Elena è sola quando vuole lasciarsi morire, quando invoca le visioni generate dalle foglie di alloro e dal papavero, quando comprende che il suo dolore non la proteggerà dalla famiglia né dal suo destino. Elena la pazza. Elena la cagna. Elena innamorata e promessa a Diomede, illusa da una felicità appena sfiorata che andrà ad infrangersi contro la volontà di suo padre deciso, forse costretto dal potente genero Agamennone, a darla in sposa a Menelao. Io sono di pietra. Così, quando incontra per la prima volta il marito buono e innamorato, ma che non sa inspirarle altro che pena. Elena regina di Sparta, assente, pazza, incestuosa e traditrice. Non ci sono ipocriti alla corte di Sparta, ma per la sovrana poco importa che per i suoi sudditi lei sia la regina triste, chiusa tra alte mura del suo giardino. Depredata della vita, Elena vede riaccendersi la speranza tra le forti braccia di Achille, ma è solo l’incontro travolgente con Paride che le donerà il coraggio di abbandonare tutto, anche la figlia Ermione, per fuggire a Troia e compiere il suo tragico destino. Grazie, dunque, alla diciannovenne esordiente Francesca Petrizzo, per il suo romanzo così seducente capace di restituire carne e sangue a una figura di donna straordinariamente moderna: Elena fatta di pietra e di fuoco.

1 commento:

  1. Leggendo questa tua presentazione, rifletto sull`arte della parola e sulla sua importanza nel riuscire a descrivere e spiegare i fatti ed i personaggi. Sicuramente sara` un libro interessante che mi incuriosisce molto e che certamente leggero`. Brava! continua cosi.

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